Insufficienza renale cronica nel cane e nel gatto - dott. Debora Guidi - Veterinario nutrizionista
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Insufficienza renale cronica nel cane e nel gatto

L’insufficienza renale cronica è una malattia frequente nei nostri animali soprattutto nel gatto,è caratterizzata dalla perdita graduale, progressiva e irreversibile della funzionalità renale.

I segni clinici sono legati alla diminuita capacità dei reni di svolgere le sue normali funzioni di regolazione e di escrezione. Tra i più frequenti troviamo : poliuria ,polidipsia,depressione ,diarrea,vomito,anoressia,perdita di peso,anemia.

Le cause possono essere diverse: traumi, infezioni, tossine, neoplasie ecc.

Purtroppo quando compaiono i segni clinici già il 70-80% del rene è compromesso per questo è importante soprattutto in animali maturi/anziani fare esami del sangue e delle urine per poter effettuare una diagnosi precoce.

La dieta in questi animali svolge un ruolo fondamentale, controlla i segni clinici minimizzandoli e cosa ancora più importante controlla la progressione della malattia, contribuendo cosi al benessere e alla longevità dell’animale.

Uno degli obiettivi principali della dieta è quello di limitare l’accumulo di cataboliti proteici nel sangue fornendo nello stesso tempo un ridotto ma adeguato livello di proteine (molto digeribili e di elevato valore biologico) per il fabbisogno di mantenimento dell’animale. L’accumulo di prodotti azotati terminali del catabolismo proteico e degli aminoacidi è responsabile di molti segni clinici e metabolici . La decisione di controllare l’apporto proteico è basata sul quadro clinico e sul grado di insufficienza renale . Sarebbe opportuno iniziare con una alimentazione dedicata con una insufficienza renale cronica di stadio 2 (IRIS). Nel cane sono consigliati 2 grammi di proteine per kg di peso vivo al giorno ma negli animali che presentano anche proteinuria(perdita di proteine con le urine) dobbiamo fare attenzione in quanto il fabbisogno proteico è ovviamente superiore. Anche nel gatto dobbiamo fare attenzione alla restrizione proteica in quanto ha un fabbisogno naturalmente più elevato di proteine e una minore capacità di adattarsi a diete ipoproteiche.

E’ importante fornire calorie con nutrienti non proteici per impedire il consumo dei tessuti corporei e delle proteine alimentari per scopi energetici. Per questo vengono utilizzati carboidrati e soprattutto lipidi che aumentano anche l’appetibilità della dieta.

Deve essere controllato il livello di fosforo nel sangue, se lievemente aumentato può bastare la sola restrizione dietetica se di entità elevata sarà necessario utilizzare anche agenti leganti il fosforo a livello gastrointestinale aggiunti all’alimento come ad esempio l’idrossido di alluminio.

E’ importante considerare altri nutrienti che saranno ,se necessario, integrati come la vitamina D e il potassio o limitati come il sodio.

Si è visto che è importante integrare l’alimento con vitamine idrosolubili, acidi grassi polinsaturi omega tre e sostanze antiossidanti.

In fine è possibile controllare l’acidosi metabolica sistemica che può instaurarsi in questi animali in stadi avanzati con l’utilizzo di diverse sostanze ad azione alcalinizzante come il citrato di potassio o il bicarbonato di sodio aggiunte all’alimento.

Importante verificare prima di effettuare qualsiasi integrazione se l’alimento che si sta utilizzando sia già integrato soprattutto quando si usa una alimentazione preconfezionata.

Alla dieta viene affiancata a seconda dello stadio e delle necessità anche ovviamente una terapia medica.